Campo Base Repen
L’idea di “Repen Campo Base” nasce per offrire alle famiglie e al SSC un’opportunità nuova finalizzata al raggiungimento da parte dei giovani disabili di una vita sempre più indipendente dai servizi.
Introduzione
La legislazione italiana e regionale si impegna a perseguire le potenzialità della persona disabile, inserendo il fondamentale assunto dell'importanza dell'ambiente, del contesto come attore attivo del processo di inclusione sociale.
L’idea di “Repen Campo Base” nasce per offrire alle famiglie e al SSC un’opportunità nuova finalizzata al raggiungimento da parte dei giovani disabili di una vita sempre più indipendente dai servizi.
Si condivide una convinzione comune: che il futuro per i giovani con disabilità e le loro famiglie è adesso, e va costruito, animando il presente di opportunità e iniziative.
Finalità
Questo progetto persegue le seguenti finalità:
far crescere i giovani e i gruppi rendendoli attivi e protagonisti, in termini di autodeterminazione dei propri percorsi di crescita personale e di autopromozione sociale
superare l’approccio legato a un “servizio” , riducendo in prospettiva la necessità di servizi strutturati, e affrontare le carenza di occasioni e di percorsi diversi da quelli tradizionali per le persone giovani con disabilità, in età postscolare
attivare delle offerte per sviluppare l’autonomia dei giovani con disabilita’ che tocchi le sfere dell’abitare, del lavoro e della relazionalita’
dialogare con le agenzie socioeconomiche e culturali del territorio (economia privata, privato sociale, settore pubblico) al fine di valorizzare e ampliare l’offerta formativa e garantire percorsi di continuità
organizzare una verifica conclusiva che trovi un momento di confronto con le famiglie e la rete di servizi coinvolta nei progetti
Le modalità organizzative
Le attività impostate si avvalgono della presenza di una rete di attività sul territorio che dialogano tra di loro e interagiscono rispetto alle finalità delineate. Le specifiche azioni e gli interventi devono offrire delle opportunità di crescita dell’autonomia personale e sono mirate a fornire spazi di attività lavorativa e formativa per i giovani.
Il lavoro viene programmato e svolto da un èquipe apposita, mobile e con luogo di riferimento.
In questo progetto, il Campo Base – situato in uno stabile con area verde a Repen (Comune di Monrupino) - viene utilizzato in funzione delle varie esperienze condotte nel contesto urbano e rurale per il potenziamento della persona ed il conseguimento di vita indipendente dei giovani.
Le attivita’ a Campo Base Repen saranno svolte da operatori e volontari che svolgeranno i training di apprendimento e faciliteranno i processi di elaborazione ed autovalutazione delle esperienze; i giovani non saranno utenti di servizi ma co-gestori della propria esperienza. Vi sara’, inoltre, una stretta collaborazione con le famiglie dei giovani.
Obiettivi e Risultati attesi
Obiettivi a lungo termine del campo base sono:
diventare un contenitore di esperienze di cohousing, laboratori e attività propedeutiche all’autonomia; un punto di partenza dal quale sviluppare realtà similari all’interno del mercato privato sul territorio. Si pone come obiettivo quello di accompagnare le famiglie affinchè possano ispirarsi a questa esperienza condivisa e iniziare a pensare di avviare progetti di co-housing all’interno di abitazioni reperite sul mercato privato in cui il CEST, in quanto associazione di famigliari di persone con disabilità, si impegna anche in futuro ad accompagnare i giovani adulti nella fase di trasferimento e ambientazione.
mettere in atto delle esperienze formative e lavorative per i giovani disabili valorizzando le loro potenzialità e preparare, in questo modo, delle prospettive occupazionali con varie modalità
coinvolgere la comunità vicina alla sede e quelle di tutta la provincia di Trieste
Obiettivi specifici
Si possono elencare una serie di obiettivi specifici che danno corpo alle opzioni di fondo e coinvolgono il resto della comunità. Il Campo base si propone di seguire 10 giovani:
sperimentando una soluzione abitativa alternativa alla vita comunitaria e famigliare anche attraverso il co-housing con due giovani studenti o lavoratori normodotati.
predisponendo e realizzando dei laboratori che portino ogni ragazzo verso il proprio “percorso di autonomia”, sviluppando diverse aree educative.
offrendo Weekend e Settimane di convivenza.
fornendo Percorsi di Accompagnamento e Formazione per Volontari e l’equipe di lavoro del progetto.
realizzando un orto giardino ergonomico
gestendo l’accoglienza e la ristorazione al Campo base
facendo acquisire delle capacita’ tecniche specifiche e svolgendo dei lavori in diversi settori economico-commerciale di attività:
avviando e stringendo relazioni con associazioni, enti, comunità
Ricettività e ristorazione
Questa sarà una sfida del Campo Base. Un terreno nuovo perché, al momento, non ci sono precedenti di questo tipo sul territorio.
In particolare, “l’arte di accogliere” è un percorso che nasce per introdurre il lavoro nello sviluppo del progetto di vita delle persone con disabilità; per sviluppare un’attività imprenditoriale.
Per dare concretezza al percorso, proponiamo lo sviluppo di attività specifiche in un’ottica di formazione continua, dove i giovani si realizzano per la creazione di un’attività alberghiera, educativa e agrituristica per accogliere persone e gruppi che vogliano sperimentare con loro giornate o periodi di convivenza presso il Campo base.
Il primo periodo al termine del quale verrà fatta una prima valutazione dell’andamento del progetto e degli obiettivi raggiunti dai singoli ragazzi è di cinque mesi.
Eventi culturali
Gli spazi comuni del Campo Base, interni ed esterni, potranno essere dedicati a 3 eventi culturali che siano organizzati da enti/istituzioni locali, enti culturali, ospiti volontari di altri eventi culturali organizzati nella provincia. Si considerano tutte queste delle opportunita’ privilegiate per il lavoro dei giovani.
Il target del progetto
Il progetto è rivolto a giovani adulti disabili che necessitano di acquisire abilità sociali sia per un futuro inserimento lavorativo che per un futuro abitare in cohousing. Le famiglie coinvolte vengono invitate a collaborare con gli operatori per l'attuazione del progetto stesso in quanto qualsiasi intervento educativo non risulterà globalmente funzionale se non si inserisce in una pratica di vita quotidiana.
Welfare generativo
I beneficiari indiretti del progetto saranno tutti quei soggetti coinvolti a vario titolo nella realizzazione del progetto stesso: dalle comunità locali in cui i giovani disabili affronteranno il loro percorso di autonomia e socializzazione, come negozi e attività artigianali e agricole, locali pubblici; gli Istituti scolastici e l’università coinvolti che avranno l'occasione di promuovere valori di accettazione della diversità e conseguente arricchimento personale degli alunni coinvolti nelle attività previste; altre associazioni culturali, sportive e a carattere sociale. Inoltre beneficiari indiretti saranno il Comune di Trieste e gli altri Comuni della provincia che, attraverso percorsi sperimentali, eventi e occasioni di socializzazione e attività in rete con altre realtà del terzo settore, vedranno realizzato quanto previsto dalle normative, in termini di potenziamento dell'offerta di sostegno alle persone, in particolare ai giovani, con disabilità e ai loro famigliari. In generale, l'intera comunità cittadina beneficerà di una maggior consapevolezza delle esigenze, ma anche, in positivo, delle potenzialità delle persone giovani con disabilità.
Partecipazione
Questo lavoro di relazione e scambio consentirà di potenziare le risposte ai giovani disabili che emergono direttamente dal territorio. Sarà, inoltre, suscitata – a seguito delle attività intraprese secondo questo progetto - un’ampia partecipazione della comunità ai fini della comprensione del progetto e della espressione di pareri e suggerimenti sulla realtà della disabilità in età giovanile e dei suoi bisogni.
Crowdfunding
L’intensa azione di relazione e sensibilizzazione che verrà svolta avrà anche un risvolto economico. Il progetto prevede un’attività di raccolta di fondi per ampliare le iniziative. L’obiettivo, dato l’arco temporale è limitato ma è indispensabile che vi sia anche questo approccio, come ulteriore forma di coinvolgimento.
Compartecipazione dei familiari
Sembra opportuno prevedere una compartecipazione dei familiari, ove possibile, alla spesa complessiva. Le ragioni sono legate: alla predisposizione di iniziative che continuino oltre la scadenza del progetto; all’utilizzo di tutti i mezzi possibili per assicurare un’offerta efficace e il più possibile completa ai giovani disabili
Valutazione del percorso e follow up Tempi: 01 maggio- 31 maggio 2021.
Il mese di maggio sarà invece dedicato ad una valutazione complessiva dell’esperienza e delle ricadute sull’utenza. Tale analisi consentirà la definizione degli scenari futuri possibili per ogni singolo utente. I colloqui avverranno in primo luogo con i disabili coinvolti. In seconda battuta verranno coinvolte anche le famiglie, gli operatori e le realtà esterne frequentate o dove si sono svolte le attività.
Alla fine del progetto – 31 maggio 2021 – emergerà la possibilità di consolidare quanto è stato oggetto di sperimentazione in situazioni adeguate e stabili per i giovani disabili. L’ipotesi di lavoro sottesa a questo progetto, che il contributo regionale consente di mettere in pratica, contiene, infatti, gli elementi per la sua continuazione.