Pessato: "Serve gioco di squadra tra gli enti"
Il presidente del CEST, intervistato da Il Piccolo, traccia una panoramica del mondo del terzo settore e dell'assistenza alla persona, in vista della riforma della storica legge n. 41/1996 che dovrebbe entrare in vigore nel 2023
Riportiamo integralmente l'intervista del quotidiano locale Il Piccolo, uscita il 10 settembre 2022 a firma Francesco Codagnone, al presidente del CEST Maurizio Pessato. Nel corso dell'intervista è stata ripercorsa la storia dell'associazione con la sua filosofia, con particolare attenzione alle prospettive future, alla luce dei recenti scenari legislativi e sociali.
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«Non dobbiamo mai dimenticare che una persona disabile è, prima di essere disabile, una persona», sorride Maurizio Pessato, presidente nonché tra i fondatori del Centro educazione speciale Trieste (Cest), onlus che da oltre 50 anni si occupa di persone portatrici di disabilità. «Il nostro lavoro è dedicato a persone affette da disabilità anche gravi, perlopiù cognitive. Le nostre attività si svolgono su tutti aspetti che compongono la persona: dalla crescita dell’autonomia, alla formazione, all’ampliamento delle relazione sociali» racconta nel suo studio, mostrando orgoglioso lo “zoo di Giuliano”, una serie di disegni di animali realizzati da uno dei suoi ragazzi. «Le attività sono diverse, sempre legate alle persone, alle loro esigenze e alle loro attitudini: è importante dar loro la possibilità di capire chi sono, cosa possono fare, senza però ricordare costantemente loro cosa non possono».
Il Cest nasce nel 1971 da un gruppo di familiari e volontari, con l’obiettivo di dare una risposta concreta a quei ragazzi con disabilità importanti: «anche io ero un famigliare, mio fratello è stato tra i primi ragazzi del Cest» ricorda Pessato, ripercorrendo la storia del centro. Dopo i primi anni di attività volontaria, la Regione riconosce la proposta, e iniziano le prime convenzioni pubbliche. Dal 1982 il Cest lavora con i Comuni dell’area di Trieste, e nel 1987 nasce la prima comunità per persone con disabilità rimaste senza genitori, anticipando il “Dopo di noi”. Oggi, con quattro centri diurni, altrettante comunità e un Servizio di Formazione per l’Autonomia, il Cest supporta un’ottantina di utenti nella loro quotidianità, ed è una delle realtà di riferimento a Trieste nel sociale. Ma nonostante il grande lavoro di questi anni, resta ancora molto da fare.
«Il mondo del terzo settore sta attraversando un momento di transizione che si tradurrà con una riforma della legge 41/1996 sulla disabilità, che dovrebbe entrare in vigore a partire dal prossimo anno». La riforma inciderà su tutti gli ambiti dell'esistenza della persona disabile: un approccio anche culturale che nel tempo trasformerà le Aziende sanitarie in socio-sanitarie ponendo l'accento sul percorso di vita delle persone. «La legge originale è basata su un concetto obsoleto di assistenzialismo in cui il disabile è visto come “una persona malata da assistere”. È importante ricordare, però, che le persone hanno storie diverse, e dunque bisogno di un percorso individualizzato». Persone, appunto, che non possono essere confuse nella generalità di una definizione. Ci sono i casi di disabilità complesse, o quelli oggi trattabili con gli sviluppi tecnologici. E, poi, famiglie diverse: genitori single, o genitori anziani, da cui l’importanza di un’integrazione del “Dopo di noi”. L’obiettivo è quello di offrire soluzioni riferite non solo all'utente, ma a tutto il contesto in cui si trova a vivere. A tal fine, è necessario fare rete e “gioco di squadra” all’interno di un sistema di sussidiarietà tra enti e associazioni, in cui sperimentare percorsi nuovi. Ci sono, chiaramente, delle criticità: le competenze professionali disponibili, oggi, sono insufficienti rispetto alle richieste. «Questo cambiamento richiederà grandi forzi organizzativi ed economici» commenta, prudente, Pessato, senza però perdere l’ottimismo: «Si tratta sicuramente di una svolta storica nell’ambito dell’assistenzialismo, che metterà al centro non più il malato, bensì la persona - o meglio, le persone: i ragazzi e le loro famiglie».
Pubblicato il 22/9/2022